L’Iniziato e la sua Torre

La XVI Lama dei Tarocchi La maison Dieu (La casa di Dio) spesso è vista negativamente. Sfatiamo questa negatività! essa rappresenta la soluzione degli ostacoli ed è un punto di partenza o di arrivo. E’ anche la carta della consapevolezza ma soprattutto è una carta che identifica il lavoro dell’iniziato nel suo percorso spirituale.

Un po’ c16-La-Maison-Dievome Dante e la Divina Commedia, la Casa di Dio o Casa del Diavolo sono il Paradiso e l’Inferno in cui l’iniziato percorre i gironi (i vari stati del suo essere) e rinasce in vita….o perisce.

Nomi

Nel corso dei secoli e del contesto geopolitico e religioso, la XVI Lama è stata chiamata con vari nomi: Torre, Sagitta, Folgore, Fulmine, II fuoco, La casa del diavolo, La casa di Plutone, La casa, La casa del dannato, Inferno e Cieli.

Questi sostantivi non sono fra loro contraddittori, ma rivelano il simbolo: la distruzione di un edificio costruito dall’uomo, attraverso fuochi o fulmini di origine divina.

Grafica

La casa di Dio è il primo edificio che incontriamo nei Tarocchi.

Possiamo notare:

una Torre fatta di mattoni (costruita con mattoni collocati in ventidue file, a richiamare il linguaggio umano, la comunicazione attraverso l’alfabeto ebraico composto da ventidue lettere)

la cima incoronata scoperchiata da un fulmine o da qualche forza interna

due personaggi che precipitano insieme a tante sfere colorate. (La serenità disegnata sui volti dei due personaggi, indica che la loro caduta non è tragica)

tre scalini, tre gradini iniziatici: conoscenza, pratica, passaggio al prossimo della conoscenza (le Triadi dell’Albero della Vita Triangoli Intellettuale, Etico e Metafisico rappresentano gli “scalini” di conoscenza di Dio).

tre finestre, (i tre piani dell’essere nei quali si ha lo sblocco di energie due sul piano di mezzo, dimora dello Spirito e la terza superiore, santuario illuminato della Fede).

una Porta con la Luna dipinta semiaperta esce uomo in rosso. (Luna, signora dell’inconscio individuale. E’ il numero 9, chiude un ciclo per aprirne un altro, ad un altro livello).

Colori

Nel Tarocco di Marsiglia, ci sono 10 colori ognuno con molteplici significati: Verde chiaro e scuro, blu chiaro e scuro Giallo chiaro e scuro, carne, bianco rosso e nero.

I colori e le tonalità utilizzati in questa Lama hanno una connotazione molto positiva, che indica una crisi benevola. Il paesaggio è soleggiato e presenta il terreno color oro e rigoglioso di vegetazione. Ci sono due pietre gialle, il colore dell’oro (oro alchemico), situate proprio nel punto in cui i due personaggi cadono.

Significati

Rosso. Colore del sangue, della passione, dell’amore e del cuore, costituisce il fluido e fuoco vitale. È il colore caldo per eccellenza.

Azzurro. L’azzurro è opposto al rosso, come l’acqua al fuoco. È color freddo. Si associa anche allo psichico, all’anima e al notturno.

Giallo. Colore dell’oro e, pertanto, del più perfetto dei “metalli” alchemici. Si relaziona con la mente, l’intelligenza e la brillantezza radiante.

Verde. Il verde è il simbolo della vegetazione e, pertanto, della fecondità e generosità della terra, i frutti della vita e della natura. È anche tradizionalmente il colore della speranza e della rigenerazione.

Carne. Il color carne è legato alla materializzazione, alla concrezione e all’azione che si solidifica in opere. È perfettamente sostanziale, come l’involucro che racchiude il segreto delle cose.

Bianco. È il colore della purezza indeterminata, della manifestazione essenziale espressa dall’assenza. Da lui procedono gli altri colori attraverso il prisma dell’atmosfera, e in lui si sintetizzano.

Nero. (In questa lama non compare). Esso appresenta nel suo senso inferiore, lutto, morte, invecchiamento e dolore; mentre nel suo senso più alto, è il colore che precede il bianco, dal quale estrae la propria ragione o essenza. Se il bianco manifesta l’Essere, il nero esprime il Non-Essere, o la non manifestazione. È la morte che precede la nascita.

Posizione mazzo Tarocchi

La Torre è preceduta dal Diavolo e seguita dalle Stelle.

Il Diavolo, rappresenta la parte più oscura, la materia, il dominio dell’ego sul percorso iniziatico.

Ma per quanto il Diavolo possa rallentare il percorso, arriverà il momento della Torre, che permetterà il crollo dei progetti troppo materiali.

Solo così potremo accedere alla fase delle Stelle che ci lascia nudi di fronte a noi stessi e all’Universo.

La Torre non indica un cambiamento fisico, ma prettamente spirituale e, infatti, seguono le Stelle che quasi alludono a una “nascita divina”.

Il primo personaggio indossa un abito dai colori discordanti. La gamba sinistra è gialla, in opposizione alla destra che è azzurra, per indicare un cammino diviso tra  la pietà, la fedeltà (azzurro) e l’invidia che spinge alla bramosia dei beni materiali (giallo). (Netzach e Hod sono considerate la gamba destra e la gamba sinistra dell’uomo, sulla prima ci appoggiamo, con la seconda muoviamo il passo).

Come tutte le carte pari, il XVI è una porta, un passaggio che si compie bruscamente. E’ un’azione imprevista che rompe un equilibrio. In questo caso è la rovina di una costruzione faticosamente edificata, ma anche la presa di contatto con la realtà dopo essersi caricati di energie. L’importante è non fermarsi al Diavolo, credendo che lì tutto sia ormai compiuto e lo scopo raggiunto: in questo senso la torre folgorata è la perdita delle illusioni che è sempre dolorosa.

Torre di Babele

Questa carta ricorda il mito della Torre di Babele ed è per questo che, tradizionalmente, la lama è associata alla punizione dell’orgoglio. Tuttavia, leggendo con attenzione la Bibbia ci si rende conto che in realtà, l’evento non fu distruttivo, poiché Dio costrinse gli ultimi sopravvissuti al Diluvio Universale a scendere dalla torre, prendere coraggio e lavorare la terra, spronandoli a riunirsi in gruppi attraverso la diversità delle lingue. Un evento apparentemente catastrofico che si è rivelato in realtà una liberazione.

Athanor

La Torre è anche simbolo dell’Athanor alchemico, il forno in cui la materia si trasforma in Pietra Filosofale. Nel momento in cui l’iniziato ha raggiunto la sicurezza interiore ed è riuscito a dominare le passioni, può correre il pericolo dell’esaltazione dell’Io. Questo può rendere inutili i risultati ottenuti fino a questo momento. Un’eccessiva ambizione è l’anticamera di una catastrofe nella coscienza dell’adepto ed è chiamata Athanor, cioè la Torre. In questo contenitore il fuoco del Cielo inferiore, se alimentato in modo eccessivo, provoca un’esplosione, con la dispersione delle energie e con la disgregazione della coscienza. Allora ciò che si desiderava unire e armonizzare viene perduto come i due personaggi che precipitano dall’alto della Torre.

Solve et Coagula

L’iniziato diventa consapevole di complessi e conflitti interiori che sono di ostacolo al suo processo spirituale e il fatto di farli emergere alla luce della coscienza non è un’esperienza piacevole.  Si tratta della prima fase del processo solve et coagula: prima la dissoluzione poi l’assimilazione. L’oro filosofico si ottiene sempre dalla materia grossolana tramite un processo chimico che gli alchimisti hanno sempre descritto sgradevole.

L’importante è sempre bilanciare le energie del fuoco e dell’acqua, dell’emozione e dell’intelletto.  E’ solo nella fase successiva – corrispondente al successivo grado iniziatico – che si procederà al coagula, in cui il caos precedente è innalzato e creato dallo spirito, rendendo così possibile il raggiungimento di un superiore livello spirituale.

Eiaculazione

La Casa di Dio in senso occulto significa eiaculazione, cioè fecondazione psichica, spirituale e materiale. L’energia accumulata nella carta precedente fuoriesce e scarica il suo potenziale fecondatore. Però qui la fecondazione non è ancora realizzata, ma solo annunciata e preparata.

Quando il fuoco sotterraneo della carta precedente, acceso dalla commistione dei fluidi opposti, raggiunge il massimo dell’intensità, il fuoco celeste cade fulmineamente sulla Torre e scoperchiandola permette la fuoriuscita dei fluidi così trasformati. Avviene così l’annunciazione e la creazione di un nuovo essere che si realizzerà nell’Arcano XVII – La Stella.

La trasmutazione avvenuta nel Basso accende per analogia il fuoco in Alto, perché Alto e Basso sono entrambi nell’Uno e, per questo, il fuoco del Cielo cade sulla Terra attratto da una forza irresistibile.

Questo è anche il significato dei due personaggi che cadono dalla Torre a testa in giù, che potrebbero essere i due diavoletti della carta precedente ora umanizzati.

I due personaggi, i cui capelli sono gialli, simbolo dell’illuminazione, con la mano sfiorano le piante verdi che crescono per terra: stanno rendendo onore alla potenza della Terra. Stanno a testa in giù, come l’Appeso, perché guardano il mondo in un modo tutto nuovo: l’intelletto, la mente guarda in faccia la Natura.

Il labirinto del re Minosse.

Nella mitologia greca, Poseidone, accettò la preghiera di Minosse, re di Creta, di inviargli un toro come simbolo dell’apprezzamento degli dei promettendo di sacrificarlo in onore del dio.

Poseidone acconsentì e gli mandò un bellissimo e possente toro bianco.

Vista la bellezza dell’animale, però, Minosse decise di tenerlo per le sue mandrie e ne sacrificò un altro.

Per questo atto di arroganza, Poseidone si infuriò e fece un incantesimo sulla moglie di Minosse, in modo da farla consumare di passione per questo toro bianco.

Da questa unione tra la regina e la bestia, nacque il Minotauro, la vergogna di Minosse, una creatura con il corpo di un uomo e la testa di un toro.

Per la vergogna, Minosse nascose questa creatura nel cuore di un grande labirinto di pietra.

Ma il regno non poteva restare per sempre in uno stato stagnante con un tale vergognoso segreto nascosto al suo interno.

Con l’aiuto della figlia di Minosse, l’eroe Teseo uccise il Minotauro, e il dio del mare, nello stesso momento, si infuriò e colpì con un terremoto questa torre riducendola in macerie, seppellendo sia il re Minosse che il cadavere del Minotauro

Sul piano interiore, il dio colpendo la Torre dà l’immagine del crollo di vecchie forme, e queste vecchie strutture crolleranno se non si è disposti a cambiare. Significa anche che ognuno di noi sta vivendo la propria trasformazione personale, e come le vecchie strutture, abbiamo anche bisogno di cambiare e crescere per evolvere con il pianeta.

Albero delle Sephirot  – Il  sentiero PHE

La Torre è associata al sentiero, numero 17, Peh, significa bocca, e allude al potere della parola e della vibrazione.

La forma della Peh, infatti è una bocca aperta con lingua in mezzo, è associabile a una khaf con una yud nel mezzo. Khaf simboleggia il contenitore (kil) e Yud il contenuto: corpo e anima.

PEH connette Netzach con Hod.

Netzach si trova nel pilastro di destra. Governata da Venere, signora dei sentimenti, rappresenta la Vittoria o Trionfo.

Hod si trova nel pilastro di sinistra governata da Mercurio, signore della mente. Rappresenta lo Splendore, lo splendore del pensiero divino.

Phe è sorretto dal pianeta Marte (che distrugge tutto l’inutile, il non necessario e il superfluo nel teatro del mondo) e si identifica con il segno zodiacale dello Scorpione (che esprime la rinascita ed è associato alla Fenice, l’animale mitologico che risorgeva dalle proprie ceneri).

Anatomicamente lo Scorpione è collegato all’apparato uro-genitale e la carta della Torre corrisponde al Chakra del sacro (Pube).

Percorso iniziatico

L’Albero della Vita è diviso in quattro sezioni, separate da tre veli orizzontali, Triadi (Triangoli Intellettuale, Etico e Metafisico rappresentano gli “scalini” di conoscenza di Dio). (Nella carta si collega ai tre gradini)

Il primo velo è quello dell’iniziazione. Esso forma il limite tra Malkhut e il resto dell’albero. L’iniziato che supera questo velo, è all’inizio del suo lavoro, prende coscienza del mondo non materiale.

Il secondo velo è il Paroketh. Esso separa le tre Sephiroth del mondo intellettualtre_triangolie (Yessod, Hod, Nezakh) da quelle dei domini superiori.

L’iniziato che lo supera raggiunge la piccola illuminazione, la nascita di Tiferet, e prende coscienza della sua natura profonda.

Con Phe, moriamo ma rinasciamo pronti per superare Paroketh e crescere spiritualmente.

In questa triade sono incluse anche le emozioni inferiori e gli istinti. La Sephirah Yesod, Fondamento, la base di tutto l’Albero. E’ la fondazione della creazione, perchè essendo la base di tutto, coniuga  in sé la forma e la forza. E’ governata dalla Luna, signora dell’inconscio individuale. E’ il numero 9, chiude un ciclo per aprirne un altro, ad un altro livello. (nella carta porta con la luna)

Netzach e Hod sono considerate la gamba destra e la gamba sinistra dell’uomo, sulla prima ci appoggiamo, con la seconda muoviamo il passo.

In Netzach risiede la nostra anima e quella del mondo. In essa sono custoditi i valori assoluti, reali e l’energia della scintilla universale ed è un momento di arrivo su cui appoggiarsi, mentre in Hod sentiremo l’impazienza dell’anima, che anche se priva di tante qualità importanti, desidera muoversi e mettersi in cammino, per ricercarle ed ottenerle.

Il simbolo di Hod è quello del sentiero in salita, lungo i fianc
hi della montagna, mentre quello di Netzach è il raggiungimento della montagna è la vittoria della vita sul contingente.

Dopo aver trovato il maestro interiore, l’iniziato è arrivato a Hod, deve risentire della consapevolezza per ricercare la giusta conoscenza e arrivare a Netzach. Con l’intelligenza, la volontà e la perseveranza di Hod, si riesce ad avvertire l’energia di Netzach.

In Netzach andiamo oltre il desiderio di Hod e sperimentiamo la certezza, la sicurezza di aver trovato ciò che stavamo cercando.

Senza dimenticare della interazione di Yesod su Netzach, che genera immaginazione concepita da egoismi e dall’ego. Legata quindi agli istinti e alleemozioni inferiori.

Qui la nostra Torre può crollare per fermare il lavoro influenzato da Yesod, o per rinascere, se avremo raggiunto la Gloria e lo Splendore di Hod con  le qualità immortali di Netzach, Eternità e Vittoria.

Numerologia

Il Valore numerico di Peh è 80 è l’età di Mosè quando guidò Israele fuori dall’Egitto e ricevette la Torà. Secondo il libro Pirkey Avol è un’età in cui si riceve una forza del tutto particolare, che è quella del pieno controllo sulla p
ropria natura animale.

Il valore numerico della Torre è 16; ed è 4+4+4+4. Nell’Imperatore il quattro simboleggia ciò che è stato creato, manifestato, ciò che è tangibile. Rappresenta il mondo fisico, la materia, che è nata dalla volontà dello Spirito dell’1. Indica quante sono le stagioni, gli elementi fisici antichi (Terra, Aria, Acqua e Fuoco) e i punti cardinali.

È l’unico numero che è somma e prodotto di un altro numero per se stesso: il 2. Infatti, 2 + 2 = 4 e 2 x 2 = 4.  Mentre il 2 rappresenta il dualismo nel mondo spirituale,  il 4 rappresenta quella tra mondo fisico e mondo spirituale.

Il 16 è anche 8+8

Il numero 8 rappresenta l’Incarnazione del Verbo di Dio, ma anche la Vergine Prescelta per metterlo al mondo.

Il 16 è l’immagine simbolica della Torre di Babele. I mattoni che la compongono sono di color carne, per indicare che si tratta di una costruzione vivente, dotata di sensibilità. E’, in grande, la società umana, in piccolo, il corpo di ciascuno di noi, che è una composizione di cellule nate le une dalle altre per aggregarsi in organi.

Ma 16 si può anche scrivere 1+6=7; il Carro. Quindi superando l’orgoglio del potere materiale che può schiacciarlo, l’uomo riporterà la vittoria su se stesso.

Netzach è il numero 7, esprime la fermezza (suo attributo) richiesto dall’Amore per la sua esistenza.

Hod è il numero 8, ciò che è sopra è come ciò che è sotto. Testimonia che ciò che è vero per la mente si crea automaticamente nel mondo esteriore.

Conclusioni

Bisogna interrogarsi sui capovolgimenti che sono avvenuti o che stanno per avvenire, cercando di interpretarli sotto una nuova e diversa luce, valutando ogni possibile significato.  E attraverso questo lavoro cercare di capire quale è il reale significato per noi, per il nostro modo di essere, per il cambiamento che inevitabilmente si prospetta e che possiamo fare, in modo che avvenga assecondando quelli che sono i nostri veri desideri.

® Riproduzione consentita con citazione della fonte.

Autore: Francesco Garruba (Drakonero)

Guarigione e canalizzazione per ritrovare benessere attraverso la spiritualità.

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