Conosci, conosci te stesso?

(dedicato a un’anima amica Viviana Passarotti, Dharma Life Journey)

Quando Socrate, un filosofo morale ateniese, ammoniva “l’uomo conosci te stesso”, la maggior parte degli studiosi era incline a interpretarlo da una prospettiva banale. Altri hanno visto il suo fervido appello alla conoscenza di sé come base per la vera comprensione di sé, una possibile padronanza di sé, lo sviluppo dello stesso e della società per il beneficio complessivo di sé e degli altri. 

Platone lo vedeva come un invito alla percezione di sé. Ci suggerisce che, se la percezione è la gamma della conoscenza, anche l’errata percezione può raddoppiare la conoscenza. 

Cartesio, consapevole di ciò, individuò una via d’uscita da tutte le incertezze, confusione ed esperienze dubbie. Ha optato per un inizio completo dal suo essere. Questo è stato un approccio radicale verso la scoperta e l’identificazione di sé, forse in risposta all’offerta socratica. Ma ci restano queste domande: Qual è il grado di conoscenza di sé?  Qual è il vantaggio? È fisico o metafisico? 

Anticamente scritto all’ingresso del Tempio di Delfi e ripreso dall’illustre Socrate, il motto “Conosci te stesso e conoscerai l’universo e gli dei” ha fatto il giro del mondo. Pochi però ne hanno colto il significato profondo e mistico, tanto che è finito per perdersi.

Se non è una formula magica in senso stretto, è proprio un invito a vivere la conoscenza di sé fino a incontrare gli dei. Si tratta qui di una sacra Iniziazione ai misteri dell’esistenza. 

Attraverso la conoscenza di questo “sé nascosto”, abbiamo accesso diretto a realtà terrene non visibili.

Oggi, dopo aver vissuto l’esperienza dell’evento “Conosci te stesso” di Dharma Life Journey, (Viviana Passarotti) posso affermare che “Conosci te stesso e conoscerai l’universo e gli dei” non è una metafora o un simbolo, ma è una realtà viva, che tutti possono sperimentare e vivere nella propria pienezza.

Il percorso della conoscenza di sé richiede un impegno profondo e completo e in ogni momento risponde a una potente chiamata interiore che è completamente di là di noi. Richiede, quindi, il desiderio e la capacità di mettersi in discussione, di lasciare l’immagine rassicurante di sé e del mondo. 

La personalità che presentiamo al mondo non è il nostro vero io. Non è altro che una maschera, un velo deformante, dietro il quale il vero sé dimora nascosto e spesso sconosciuto al nostro irreale sé superficiale.

La ricerca della conoscenza di sé ci conduce in un territorio sconosciuto a incontrare realtà estremamente varie e sempre sorprendenti. Sfaccettata ed emozionante è tutta la fauna che popola il nostro vasto mondo interiore, una realtà concreta e tridimensionale: viva, palpabile. 

Conosci te stesso devi viverlo, incontrarlo fisicamente, emotivamente, mentalmente e spiritualmente.

Tra le realtà che esplorerai, scoprirai molte informazioni su di te: la tua storia personale, la tua educazione, il tuo funzionamento, il tuo karma familiare e personale.

Scoprirai i fondamenti della tua personalità e tutti i suoi aspetti, i tuoi sogni segreti, i tuoi difetti, le tue ferite, i tuoi stessi demoni. 

Tutte queste esperienze trasmuteranno ogni specifica guarigione e diventerai una persona sana (corpo-mente) beneficiando di un perfetto equilibrio energetico.

Così si sperimenta il “Conosci te stesso”. Non può essere intellettualizzato in alcun modo perché la vera conoscenza di sé si trova di là della nostra mente. Così facendo, scopriamo l’origine di tutti i nostri mali, di tutta la struttura della nostra personalità, il perché di tutto ciò che è stato detto e fatto nella nostra vita. E questa volta la spiegazione non è psicologica o astratta, la incontri in modo molto concreto, fisico ed energetico. Solo così l’Uomo trascende se stesso, guarisce ed evolve.

La mente, l’onnipotenza della mente corrotta da false credenze e contro intenzioni, è il principale ostacolo alla conoscenza di sé.

Per molto tempo, la nostra società e la nostra educazione hanno valorizzato l’intelletto e l’ego, tanto che quando raggiungiamo l’età adulta adoriamo la mente attraverso le nostre attività quotidiane, passioni, convinzioni e credi. Tanto che l’ego si è impossessato della formula Conosci te stesso, e quando cerchiamo di conoscere noi stessi, ricorriamo alla nostra mente (ed è quasi ridicolo quando sappiamo che è proprio lui a vietarci di conoscerci). L’ego è davvero il nostro primo carceriere e il grande generatore di illusione. Crea costantemente scenari e ci porta di storia in storia. Lo fa, ovviamente, grazie al nostro consenso e al nostro insaziabile bisogno di sognare la nostra vita piuttosto che viverla.

Mentre tutte le filosofie e le religioni del mondo propugnano il distacco dall’ego, noi occidentali lo interroghiamo ogni giorno: 

“Cara mente (ego), dimmi chi sono? Aiutami perché sto soffrendo!” 

E quest’ultima non ha bisogno di essere chiamata due volte per riversare sulla nostra coscienza, in cerca di risposte, un diluvio di riflessioni, interpretazioni, analisi, ragioni e cause del nostro smarrimento, spiegazioni della nostra personalità, dei nostri comportamenti, sofferenze, vizi e virtù. È un labirinto senza fondo.

È così schietto che, proprio come Narciso, potremmo facilmente passare la vita a contemplare il nostro riflesso, a parlare con noi stessi, senza mai raggiungere la nostra intima e indicibile verità. Ecco come, nei secoli, il sublime e mistico “Conosci te stesso” è diventato finalmente uno strumento di masturbazione al servizio di una mente allargata, narcisista ed egocentrica.

L’ego è prima di tutto la nostra personalità: lo crediamo facilmente nostro amico, ma molto spesso è la fonte dei nostri peggiori guai. 

La nostra personalità ci accompagna in ogni momento, ma cosa ne sappiamo veramente? Qualunque sia il problema esistenziale che stai affrontando, è importante partire dall’inizio: la perfetta conoscenza della tua personalità. Ciò significa che dovrai incontrare il tuo vero “me”, quello che non hai mai osato affrontare.Dovrai tuffarti in te stesso trovando il distacco necessario per osservarti. Devi diventare un semplice spettatore del tuo teatro interiore. Chiediti: di cosa sono fatto? Su quali basi è stata costruita la mia personalità? (traumi infantili, educazione, cultura, karma familiare e personale…). Cosa lo definisce: i suoi difetti, i suoi difetti, i suoi punti di forza, le sue ferite intime, le sue fantasie, le sue convinzioni, le sue ambizioni e obiettivi, i suoi demoni, i suoi vizi, le sue passioni: sono costruttivi? a cosa mi portano? Devi capire chi sei veramente di là del tuo aspetto, status, ruoli ecc. 

Naturalmente, quando parlo di traumi, karma e altri elementi che ti compongono, devi chiederti come farai perché queste informazioni non sono direttamente accessibili alla coscienza. E’ qui, che entrano in funzione gli strumenti che Viviana e l’esperienza di “Conosci te stesso”, ti mette a disposizione.

Quando ci impegniamo sinceramente a conoscere noi stessi, il nostro potenziale spirituale si risveglia e i messaggi cominciano ad apparire. Attenzione, però, a non prendere le lucciole per lanterne! L’immaginazione e la mente non possono darti queste risposte. Se ti ascolti troppo, rischi di sviluppare il tuo ego spirituale. È l’Intelligenza superiore che ti guiderà e ti trasmetterà tutto ciò che devi sapere su te stesso.

Non esiste un’unica formula per intraprendere il percorso “conosci te stesso”. Questo percorso può assumere tante forme, tanti volti quanti sono necessari e quanti lo intraprendono. Ti porta dove devi andare, ti mostra quello che devi vedere e capire. Conosce sempre la direzione, purché ti fidi di lui.

La ricerca del Sé trasformante e risanante non è certamente una passeggiata. Decondizionarsi, liberarsi dalle proprie illusioni, dai propri “demoni” e dalle proprie catene non ha più niente a che fare con una gita nei boschi al suono di tamburi mongoli o anche con seducenti letture spirituali (pseudo) che includono l’ego spirituale, generalmente bulimico. 

La vera spiritualità richiede il dubbio, il rifiuto di idee e concetti comunemente accettati, anche il rifiuto di ciò che ci ha definito per tutta la vita. È un percorso che ci cambia davvero in profondità, lentamente ma inesorabilmente, diventiamo qualcun altro.

Colui che è sicuro di sé, colui che adotta codici comportamentali di gruppo e che si aggrappa alle certezze, questo ristagna e finisce per avvizzire energeticamente. Tutta la conoscenza del mondo, per quanto eccitante possa essere, differisce fondamentalmente dalla Conoscenza (sacra) e non può in alcun modo competere con essa.

La vera via non ha nulla a che fare con il conforto psicologico, la rassicurazione, la comprensione immediata, l’autosuggestione, l’immaginazione spettrale, l’autocompiacimento, la perfezione, la bellezza, le visioni edificanti e le belle sensazioni. Basta esserne convinti per aprire il libro di San Giovanni della Croce “La notte oscura”: il lavoro dell’asceta è disseminato di angosce, disagi e innumerevoli disagi. Si rivolge prima di tutto al suo caos interiore, cerca di risolvere il suo enigma personale perché nessuno può decifrarlo per lui, nessun libro può aiutarlo. In altre parole, il vero lavoratore spirituale è sovversivo e ribelle. Proprio come Siddharta Gautama, è pronto a perdere tutto (titoli, amici, comodità) e non cerca di accontentare.

La chiave per evolvere nella spiritualità sta nell’arte della meditazione. La vera meditazione è l’osservazione di sé nel distacco, senza interpretazione o analisi.

La spiritualità, infatti, non è solo, come avrete capito, un esercizio di auto-osservazione che ci fa riflettere a porte chiuse, giorno e notte. La spiritualità non esiste senza azione e senza l’incontro concreto con se stessi. Devi quindi installare nella tua vita quotidiana un’autentica pratica spirituale basata sul superamento dell’ego. 

Grazie a questa pratica otterrai energia vitale e forza spirituale, ma soprattutto incontrerai giorno dopo giorno tutti gli aspetti della tua personalità e i tuoi demoni interiori. Questi si presenteranno a te e potrai osservarli in pieno giorno. La meditazione ti permetterà di aggirare la tua personalità e di distaccarti gradualmente da ciò che hai creduto essere per tutta la vita. Per essere efficace, questo rituale deve essere quotidiano e sincero. 

Una volta che avrai saldamente radicato questa salvaguardia nella tua vita, la percezione della tua pseudo realtà si trasformerà gradualmente. I tuoi problemi ti appariranno sotto una luce completamente nuova. Tuttavia, per raggiungere questo stato di distacco, oggettività assoluta e pace interiore, la pratica deve essere regolare. È fondamentale.

Nel tempo, la tua personalità igienizzata diventerà finalmente un amico fidato, conquistato dalla tua causa. Questa nuova armonia e questo ritrovato equilibrio ti permetteranno poi di costruire la tua vita su valori positivi.

Se non mediti tutti i giorni, se preferisci seguire gli insegnamenti di un tale maestro di pensiero, se rimani sotto l’influenza delle letture o di Youtube, nutrirai solo il tuo ego. Vivrete una spiritualità intellettuale e narcisistica, sterile, che non può portarvi alla Liberazione e al Risveglio.

La spiritualità ci permette davvero di reinventarci affrontando i nostri blocchi, i nostri condizionamenti e i nostri vecchi schemi comportamentali sterili, persino tossici. Superare i limiti imposti dalla tua mente seguendo i consigli che ti abbiamo dato in questo articolo ti permetterà quindi molto concretamente di superare tutti i tuoi limiti e condizionamenti, passo dopo passo.

Certamente la mente è uno strumento estremamente prezioso nella nostra vita, Il mio amato maestro spirituale Master Choa Kok Sui dice che la mente è un sottile strumento dell’Anima, ciò non impedisce che sia completamente condizionato e programmabile a piacimento. Siamo infatti sia un’estensione dei nostri genitori che del sistema socio-professionale in cui ci evolviamo.

I nostri programmi psichici ci limitano seriamente e ci sottomettono facilmente alla matrice sociale attraverso paure profonde e irrazionali (paura della morte, paura di non essere nulla, della precarietà), attraverso sensi di colpa cronici, fascinazione per il potere e una mitomania che spesso si insedia in noi nel tempo. Infatti, se andassimo oltre i limiti mentali, potremmo accedere a una realtà più ampia, più profonda, universale ed energeticamente più dinamica. Combattere le fonti di autorità al di fuori di noi è destinato al fallimento a medio e lungo termine. L’ideale è infatti decondizionarsi interiormente, è l’unica rivoluzione che valga la pena di essere guidata.

Reinventarsi davvero non si può improvvisare. Ma lo sforzo sincero di coloro che si dedicano anima e corpo all’esigente esercizio dell’auto-trascendenza conduce alle porte del Sacro. 

Iniziare un lungo cammino verso se stessi attraverso la conoscenza di se stessi e del mondo risponde in primo luogo a un vagabondaggio fisico e morale. Più siamo consapevoli di noi stessi, più scendiamo nelle nostre profondità. Più scendiamo nelle nostre profondità, più siamo consapevoli di noi stessi.

A poco a poco riusciamo a oggettivare il mondo e questa percezione ci separa dalla sua sterile follia. Incontriamo senza nominarlo, il significato mistico di un superamento della nostra umanità attraverso una sorta di spersonalizzazione: non sappiamo più chi siamo veramente. Deve avvenire uno shock e dopo questo shock conosciamo una rinascita personale. Il nostro doppio, che ci è superiore, emerge finalmente in tutto il suo splendore. Come una fenice, finalmente ci risvegliamo alla nostra eternità, al significato ultimo della vita.

Più volte ho scritto di stare attenti ai falsi guru e alla spiritualità a buon mercato.

Senza saperlo, l’uomo moderno pratica una spiritualità inferiore poiché la sua funzione principale è quella di gestire le vicende umane, materiali, narcisistiche ed egocentriche. 

Nella sua forma più nobile e autentica, la spiritualità invita il praticante a superare se stesso, a demistificare l’ego e i bisogni egocentrici per raggiungere una maggiore consapevolezza. Il mistico autentico intraprende un lungo processo prima di raggiungere il suo obiettivo. Si interiorizza e va oltre la forma per raggiungere e comprendere l’essenza delle cose.

Al contrario, la spiritualità a buon mercato si concentra sulla forma e sul materiale. È al servizio dei piccoli piani egocentrici dell’individuo che utilizza opportunisticamente concetti spirituali, mistici ed esoterici diversi e variegati per ordinare la sua vita quotidiana e gestire i suoi affari materiali. La conoscenza di sé e la trascendenza dell’ego non sono più al centro delle preoccupazioni. Ciò che conta è identificare l’altro per poterlo utilizzare meglio o addirittura per proteggersi da esso: chi è questa persona? Cosa vuole da me? Può essermi utile? Come può danneggiare o aiutare le mie attività?

Per mancanza di lavoro su se stessi, l’individuo sviluppa un atteggiamento sospettoso nei confronti di tutto. Anche una casa può diventare il centro dell’attenzione: è infestata? Ci sono abbastanza vibrazioni positive? È abbastanza feng shui? Questo posto ostacolerà i miei piani e la mia realizzazione? Eccetera.

Questa spiritualità a buon mercato, porta l’individuo a riflessi riduttivi e superficiali, si osserva un completo capovolgimento degli autentici valori spirituali: la trascendenza dell’io non è più la meta perseguita, ma al contrario l’onnipotenza dell’io e del trionfo dei suoi bisogni narcisistici.

In conclusione, la spiritualità a buon mercato è tutt’altro che spiritualità. Tuttavia, rimane la concezione più diffusa.

Nella spiritualità non ha senso correre; mentre nell’altra versione, la corsa ai poteri spirituali e al titolo più gratificante (sciamano, maestro, guaritore, santo e così via) è al centro di tutte le preoccupazioni. 

Sviluppare e utilizzare i propri poteri spirituali (ad esempio il magnetismo o la chiaroveggenza), manipolare le energie, contattare le guide astrali, senza aver precedentemente svolto il lavoro di conoscenza di sé, la demistificazione dell’ego e lo sviluppo della propria fede (connessione alla Sorgente attraverso preghiera), è pericoloso anche per la vostra vita e delle persone che vi stanno vicine.

Queste attività magico-esoteriche aprono varchi nel corpo energetico e ti collegano a spiriti inferiori dell’astrale inferiore, che possono atteggiarsi a esseri di luce. È poi molto difficile liberarsene, contrariamente a quanto si pensa. Bruciare salvia o incenso religioso mentre si recitano incantesimi non rimuoverà mai un’entità che si è stabilita in te, né chiuderà la breccia (è qui che sta il problema principale). Solo la preghiera, rivolta alla Sorgente di tutte le cose (il Divino), e la cessazione di tutte le pratiche occulte possono davvero aiutarti. Il fascino della magia e dei poteri è una grande trappola dell’ego spirituale su questo percorso per ostacolare la tua evoluzione.

Come affrontare con serenità i profondi sconvolgimenti che il nostro mondo sta vivendo oggi? Come possiamo adottare un atteggiamento costruttivo e mantenere la nostra salute morale ed energetica? L’incontro con la nostra verità ci porta tutte le risposte di cui abbiamo bisogno.

Il nostro mondo sta infatti attraversando una crisi senza precedenti: sanitaria, ecologica, economica, spirituale, morale e politica. Ogni giorno la nostra mente riceve ed elabora milioni di dati alla ricerca di risposte e soluzioni che possano rendere la nostra vita e questo mondo un posto migliore. Ma non è strano pensare che adottiamo gli stessi trucchi di centinaia, addirittura migliaia di altri individui? Come trovare la verità?

Forse ti domandi che da qualche parte c’è un altro percorso, unico per ciascuno, unico, reale, profondo e autentico, un percorso che sfugge ai dettami di politici, scienziati, fanatici, neo-profeti e altri leader ultra-mediatizzati?

La risposta è molto semplice, così semplice da essere sconcertante: per cambiare il mondo cominciamo con il cambiare noi stessi. Certo, ci avete già pensato, ma come realizzarlo?

Osa metterti in discussione profondamente e scopri chi sei veramente. Metti in discussione il mondo, metti in discussione tutte le belle promesse compresi i tuoi ideali. Cerca le risposte dentro di te, oltre ogni concetto, la folla, il comfort, il piacere, le promesse e soprattutto il tuo ego! È in questo atteggiamento fondamentale che sta il segreto dell’antica formula: conosci te stesso e conoscerai l’universo e gli dei.

Anche tu puoi, chiedimi e resterai sorpreso.

Pensieri di luce e amore.

Francesco

Energia e spiritualità

La scienza moderna ha dimostrato in modo convincente che l’energia è il modo di esistenza della materia. La materia densa è materia, la materia sottile è energia. Alcune energie sono ben note alle persone e da loro utilizzate, ad esempio termiche, elettriche, luminose, meccaniche, atomiche. Ci sono energie che conosciamo, ma non possiamo usare negli affari (interazione gravitazionale, debole). Ci sono anche energie sconosciute alla scienza. C’è un oceano di energia intorno a noi e anche i nostri corpi fanno parte dell’oceano, che è più denso. Alcune energie sono percepite dal sentimento umano, altre no. La regione dell’oceano energetico, che è al di là della percezione fisica, può essere definita spirituale, e a molti sembra che non ci sia più nulla di là dei suoi confini.

Le persone che limitano la spiritualità all’energia inevitabilmente riducono a essa tutti i fenomeni della vita, vedono in essa l’inizio e la fine dell’essere e, così, affermano il materialismo camuffato dalla spiritualità energetica.

Tutta la pratica occulta e la metafisica secolare fanno appello specificamente alla spiritualità energetica, la esplorano e, inoltre, non senza successo e sulla sua base spiegano l’esistenza del mondo e dell’uomo. 

Un tale concetto di esistenza mondiale esclude il Dio immateriale, non energetico e, per spiegare la fonte e la forza trainante del processo mondiale, attinge al concetto della mente del mondo, che è abbastanza conveniente per gli spiriti del male e loro leader, perché svolgono le loro attività nel campo energetico mondiale. Poiché la mente è energica, in questo modo “Satana” viene messo al posto di “Dio”.

L’esperienza spirituale dell’umanità testimonia incondizionatamente l’esistenza di piani spirituali dell’essere, di là di quelli energetici.

L’area della spiritualità extra-energetica e, quindi, extra-materiale è così vasta, così maestosa e incomprensibile che una persona somatica può solo immaginarla. 

Sembra un paese lontano e sconosciuto, di cui sappiamo solo che è bello, che gli abitanti sono belli e, ad alcune persone, viene talvolta data da Dio una visione di questi stati celesti, che non possono essere descritti nelle immagini terrene.

Non esiste un confine chiaro tra i piani energetici e non energetici dell’essere. Il concetto stesso di confine perde di significato se si tiene conto che i piani dell’essere non sono lo spazio e non sono luoghi specifici, ma stati che differiscono nel corso del tempo soggettivo e nella percezione dello spazio soggettivo; nonché, altre caratteristiche di un ordine non fisico che è inaccessibile alla comprensione umana. 

I piani dell’essere formano un continuum (sequenza continua di stati) che si estende dalla materia super-densa al piano dell’Assoluto. Quando alcune aree specifiche sono indicate su questo continuum, qualche creatura ha la capacità di sentire la sua presenza in queste aree. 

I maestri spirituali dell’antico Oriente compresero appieno il formidabile pericolo dello sviluppo indipendente delle energie psichiche umane, dell’apertura dei chakra e, soprattutto, del Muladhara inferiore, che mantiene in forma latente l’energia sessuale generica. 

L’emancipazione di questa energia, chiamata in Oriente Kundalini shakti (potere del serpente), sblocca il naturale, dato dalla natura (significato da Dio), la protezione della percezione dell’infra-astrale, permette di separare il corpo e l’anima durante la vita, e spalanca le porte di un essere umano per l’ingresso di spiriti maligni in esso. 

Il problema è che è quasi impossibile chiudere queste porte e una persona cade completamente sotto il potere dei demoni. 

Quando si rende conto dell’orrore di quello che è successo, è già impossibile cambiare qualcosa; la morte è inevitabile. Ecco perché le antiche istruzioni spirituali serie proibivano categoricamente la pratica di yoga superiori senza purificazione fisica e spirituale a lungo termine e senza la guida di un insegnante. 

Facciamo riferimento, ad esempio, al noto sistema yoga in otto fasi di Patanjali. Va notato che nell’antichità esistevano anche numerose pratiche magiche di tipo satanico che, speculando sulla possibilità di raggiungere capacità soprannaturali, tentavano proprio le persone sulla via dello sviluppo delle energie psichiche, attraverso l’apertura dei chakra, per le quali sono stati inventati centinaia di metodi.

La magia moderna e l’occulto hanno abbandonato del tutto tutte le restrizioni. Non parlano dei pericoli, ma li nascondono accuratamente. Ma pubblicizzano abilmente le straordinarie opportunità che si aprono a una persona. Le opportunità si aprono, ma il fatto è che il formaggio gratis è solo in una trappola per topi. 

Qui la retribuzione non è annunciata in anticipo, ma in realtà è inevitabile. Il prezzo dei “piaceri” è un tormento infernale.

Le persone che non credono nell’aldilà non credono nemmeno nel tormento, ma l’ingenuità non esime dalla responsabilità.

Cristo ha chiamato l’inferno – inferno di fuoco, come immagine di un luogo puzzolente, disgustoso e sudicio. Il cristianesimo non ha iniziato ad ampliare i dettagli dei piani di esistenza, poiché esiste un solo piano che è veramente colmo di grazia per l’uomo: il Regno di Dio. Il suo proprietario è Cristo. Detiene le chiavi di questo regno e deve essere avvicinato per un passaggio. Ci ha dato speranza e fiducia, dicendo: “Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto; Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto».

Medium e channeler quando la spiritualità è Amore.

Per definizione, il medium è l’intermediario tra il mondo invisibile e il nostro piano fisico. Le modalità di manifestazione degli spiriti sono molteplici e corrispondono alle diverse sensibilità che variano da un medium all’altro.

Distinguiamo tre categorie principali nella medianità: medianità intuitive, automatismi e medianità che coinvolgono il fenomeno di trance. 

Le medianità intuitive sono quelle che si basano sulle percezioni dell’aldilà, che il medium deve ritradurre il più fedelmente possibile. In questa categoria dobbiamo distinguere diversi possibili livelli di percezione. 

Se è chiaroveggenza, il medium esprime nella sua lingua l’idea che gli è passata per la mente.  Nell’arte medianica (pittura, scultura, poesia, musica), il medium dà forma all’idea, con i propri mezzi, che possono dar luogo a qualche grossolanità, a seconda della sua sensibilità artistica e della sua capacità di ripristinare adeguatamente l’idea percepita.  In questa fase, il medium conosce spesso la difficoltà di saper distinguere tra una percezione reale e la propria immaginazione.

Man mano che lo sviluppo medianico progredisce, le idee trasmesse dall’aldilà diventeranno sempre più chiare e precise.  Nella chiaroveggenza, ad esempio, l’idea sarà soppiantata da immagini o cliché, parole poi frasi sentite internamente.  Nella pittura medianica, il medium avrà la visione dell’opera che dovrà riprodurre.  Così, la cosiddetta medianità intuitiva passa in maniera apprezzabile dallo stadio dell’idea mal definita allo stadio di percezioni più precise che si impongono al medium sotto forma di immagini, frasi o impressioni sufficientemente forti che diventano certezze.

Nel corso dello sviluppo, la medianità può rimanere allo stadio intuitivo o spostarsi progressivamente verso lo stadio dell’automatismo della mano.  Abbiamo l’esempio della scrittura semiautomatica che può diventare scrittura automatica.

Molto spesso, all’inizio del lavoro sperimentale, il medium percepisce un’idea che deve trascrivere per iscritto con il proprio vocabolario.  Quindi, percepisce più chiaramente le parole, poi le frasi, che trascrive di nuovo.  E nella fase successiva, se la sua sensibilità lo consente, percepisce le parole nello stesso momento in cui le scrive.  E potrebbe anche in una fase successiva non percepire più chiaramente le idee e le parole.  Si trova quindi in un secondo stato più profondo, la sua mano è presa dalla volontà dello spirito che si manifesta, il medium non è più padrone della sua mano, il gesto diventa veloce, a scatti, la scrittura è quindi molto veloce, con il piccolo svantaggio che diventa più difficile da decifrare.  Siamo poi passati dalla fase della scrittura semiautomatica a quella del puro automatismo, per poi arrivare all’Oui-ja. Una tavola ricoperta di feltro, su cui sono state incollate le lettere dell’alfabeto in un arco. Vengono disposte anche le cifre da zero a nove. Il medium utilizza una tavola che si adatta alla forma della mano e sotto la quale abbiamo piantato chiodi da tappezzeria, per una buona scorrevolezza ed evitare il rumore dell’attrito. l medium mette la mano sulla lavagna e si raccoglie con i partecipanti.  La sua mano guidata dalla mente dirige rapidamente e automaticamente l’oui-ja alle lettere e ai numeri che formeranno un messaggio.  L’assistenza di un lettore e di un trascrittore è essenziale: in questa forma di dettatura lettera per lettera, il medium non percepisce il contenuto del messaggio.

La chiaroveggenza è una percezione extrasensoriale che collega il soggetto chiaroveggente con una persona, una situazione o un evento.  È una relazione telepatica tra il chiaroveggente e l’oggetto della sua percezione.  Nello stesso ordine di facoltà, dobbiamo includere la chiaroudienza e la psicometria (percezione dal supporto di un oggetto).  Questa sensibilità può anche essere qualificata come medianica quando il soggetto entra in contatto, non più con una situazione umana o umana, ma con entità disincarnate.

La terza categoria di fenomeni che corrisponde alla trance medianica è totalmente distinta dall’intuitivo o dall’automatico.  Lo spirito impone la sua presenza in un modo più fisico, utilizzando il corpo del medium.  Vengono di nuovo evidenziate diverse fasi: la mente può influenzare il medium circondandolo con i suoi fluidi, inducendolo in un secondo stato.  Lo spirito annienta la volontà del medium, lo avvolge nel suo fluido e lo guida utilizzando tutto o parte del corpo, con gesti o parole.  La fase successiva è quella dell’incorporazione: a seguito di un fenomeno di trance, lo spirito del medium accompagnato dal suo perispirito viene esteriorizzato dal corpo.  Lo spirito disincarnato integra quindi il corpo del medium, è incorporato secondo il termine.  Ha quindi tutte le possibilità di muoversi e di esprimersi verbalmente.

La medianità è una sensibilità esacerbata che presta a certe persone la facoltà di essere un intermediario con gli spiriti dell’aldilà.  Questa sensibilità non si improvvisa e non è trasferibile.

In generale, qualsiasi forma di medianità richiede uno sviluppo sperimentale prima di essere operativa.  Questo sviluppo sarà più o meno lungo, variando da pochi mesi ad alcuni anni, a seconda della sensibilità e delle influenze subcoscienti specifiche del mezzo.  Accade molto spesso che i primi risultati siano solo il riflesso del pensiero del medium stesso.  Ed è attraverso il lavoro regolare che queste influenze personali alla fine scompaiono a favore della vera manifestazione degli spiriti.

La medianità dovrebbe essere esercitata in un gruppo in un’atmosfera di meditazione, con partecipanti consapevoli e competenti, in grado di supportare adeguatamente il medium nel suo sviluppo.

Altri tipi di medianità, Sonno e sogno, l’Ectoplasmia e l’Xenoglossia.

Sonno e sogno: la canalizzazione avviene durante il sonno e il canalizzatore richiama le informazioni

L’Xenoglossia fu coniato da Charles Richet (1850-1935) che qualificava una medianità mediante la quale i medium parlano o scrivono in lingue straniere sconosciute a se stessi e ai partecipanti alla sessione. 

L’ectoplasma è una sostanza biancastra che si esternalizza dal mezzo sotto l’impulso dello spirito che si manifesta.  Questa sostanza, creata dalle cellule fisiche del mezzo, si esternalizza attraverso la bocca, il naso a livello del plesso solare.  Quindi assume varie forme, mani, volti o talvolta interi corpi.  La mente fa vibrare la sostanza ectoplasmatica per darle forma umana.  È così che gli spiriti sono stati in grado di materializzarsi, parzialmente o interamente, davanti a un pubblico spiritualista.

Questo fenomeno è stato studiato alla fine del XIX e all’inizio del XX secolo dal mondo scientifico, con personaggi come Gustave Geley, William Crookes, Charles Richet, Gabriel Delanne e molti altri.

Le Arti medianiche, ossia le opere prodotte in medianità, non sono il frutto della fantasia, ma il risultato della volontà di artisti, diventati invisibili, di comunicare con noi, tramite i medium.  Il loro desiderio di esprimere il loro pensiero creativo agli uomini continua.  Musica, pittura, scultura, poesia, letteratura, tutte le forme di espressione umana sono usate dagli spiriti dell’aldilà.  L’arte medianica è la traduzione del loro amore per gli uomini e la prova della sopravvivenza dell’anima dopo la morte.

Gli artisti non sono morti, sono lì, presenti intorno a noi, continuano a creare per raggiungere la nostra coscienza.  L’artista disincarnato pensa, immagina la forma, compone, crea emozione; il medium lo riceve telepaticamente. L’arte medianica è un messaggio per l’umanità, la traduzione diretta dell’espressione spirituale.  Deve essere riconosciuto come tale. 

“Se l’emozione non esistesse, l’arte non esisterebbe, lo spirito non esisterebbe, Dio non esisterebbe”.  Pablo Picasso.

La mia medianità è del tipo intuitiva, che si basa sulle percezioni degli altri piani. Sono un channeler. 

Il medium contatta solo entità dei trapassati, nei vari modi anzidetti, mentre il channeler -oltre a contattare le entità – si mette in contatto con il proprio IO superiore, così da poter contattare il proprio “spirito guida”, entità di luce evoluta che si mette al servizio dell’umanità. Ognuno di noi ha uno spirito guida che ci indica la strada da seguire e le scelte migliori da prendere. La pratica della canalizzazione (channeling) esiste da millenni. I canalizzatori (channeler), a volte noti anche come medium psichici, usano spesso quelli che vengono chiamati “spiriti guida”, spiriti amichevoli che danno loro la conoscenza e li aiutano nei loro viaggi spirituali.

La canalizzazione è un potente mezzo di sviluppo spirituale e trasformazione cosciente. Mentre canalizzi costruisci un ponte verso i regni superiori – un’amorevole coscienza superiore collettiva premurosa e intenzionale che è stata chiamata Dio, il Tutto, Mente Universale, Energia prima etc. La canalizzazione implica lo spostamento cosciente della mente e dello spazio mentale per raggiungere uno stato di coscienza espanso.

Per raggiungere questo stato di coscienza espanso, i canalizzatori di solito meditano, cercando di liberarsi dalle influenze mondane e sintonizzarsi su una coscienza superiore. Possono immaginarsi alla ricerca di spiriti specifici dei morti, oppure possono essere contattati, apparentemente spontanei, da una forza sconosciuta che desidera comunicare. 

Lo sviluppo di una medianità è un impegno complesso che porta molti apprendisti verso insidie ​​disastrose. Il più delle volte, chiunque si azzardi a comunicare con l’aldilà cade vittima delle prime influenze del proprio subconscio; questa è praticamente una regola generale.  Non si può pretendere di sviluppare una sensibilità medianica senza conoscere bene il soggetto spiritualista. Tutte le conquiste ottenute dai pionieri dello spiritualismo meritano di essere studiate, grazie alla lettura delle loro numerose opere.

L’aldilà che ci circonda è solo un riflesso della nostra umanità terrena, in altre parole, non tutti gli spiriti del defunto hanno buone intenzioni. 

Una persona che ha potenzialità medianiche e fa esperienza corre quindi il rischio di trovarsi un giorno o l’altro in presenza di uno spirito pericoloso, che nel tempo può diventare uno spirito ossessivo.  Possono derivarne gravi disturbi mentali, che a volte sono simili a determinate patologie psichiatriche.

Concludo con una riflessione pesonale.

Non stabiliamo una scala di valori tra tutte queste forme di medianità, perché qualsiasi modalità di comunicazione, se correttamente sviluppata e praticata, consente agli spiriti di esprimersi e di portare informazioni.  Se queste informazioni sono trasmesse telepaticamente, per iscritto o verbalmente, non ha molta importanza.  

Va semplicemente notato che alcune menti usano una modalità più prontamente di un’altra: un’espressione artistica passerà attraverso un medium artistico, la cura di un medium guidato nella terapia, uno scopo generale scrivendo o parlando.  

A questo proposito, la diversità delle medianità è un vantaggio, che consente agli spiriti di utilizzare tutti i modi di espressione che sono i nostri, la parola, la scrittura, il disegno, la pittura e la scultura. 

Noi siamo Amore.

Una delle più grandi illusioni, per alcune persone, è credere che lo spirito umano e l’Anima siano la stessa cosa e che questi corpi di luce stazionino in un regno remoto ed etereo molto distante dal nostro vivere quotidiano. Nulla di ciò potrebbe essere più lontano dalla verità.

La nostra anima è un corpo di amore e luce, a cui possiamo connetterci attraverso ogni particella del nostro corpo fisico. È molto reale, naturale e semplice. È il luogo in cui risiedono Amore, verità, armonia e gioia; mentre, il nostro spirito è un corpo di luce minore. È il frammento che si è allontanato dal Tutto, dall’Anima stessa e, in questo stato frammentato, ha iniziato a creare un modo di vivere che non è spinto dall’amore e dalla luce delle nostre vere origini.

Nel nostro mondo abbiamo guerre, torture, malattie, abusi, povertà, ipocrisie, corruzioni per dirla in breve abbiamo mancanza di Amore ovunque. La ragione per cui sappiamo che questa mancanza di amore non è giusta, è perché noi siamo Amore e, poiché l’amore è il nostro stato naturale, è ovvio che il nostro vivere è innaturale.

E’ vero, siamo Divini, ma il modo in cui viviamo la nostra esperienza terrena, è ben lontana dalla divinità da cui deriviamo. Lo spirito ribelle (che si è allontanato dal Tutto) pensa di essere un’entità divina, ma in realtà è un’entità separata dal divino. Noi, in questo stato separato, facciamo delle scelte che non sono basate sull’Amore, ma su scelte – dettate da un ribelle – non amorevoli, per questo possiamo affermare che lo spirito non è un essere divino. È fondamentale comprendere questo passo, in modo da poter riflettere in noi stessi e richiamare tutto ciò che non è amore e che ha messo radici in noi, per poi tornare alla nostra origine divina. Siamo qui sulla terra per evolverci, per unire all’anima, lo spirito e tornare alla nostra origine, al nostro modo naturale di essere, con le nostre azioni quotidiane.

L’Anima è Divina e funziona solo con l’Amore e lo spirito lavora con tutto ciò che non è amore. Il viaggio spirituale, la nostra evoluzione è rendere nullo lo spirito, in modo da poter diventare pieno di Anima, di Amore.

Ci sono, dunque, due fonti di energia da scegliere per vivere ed esprimere ciò che siamo: tutto ciò che è amore (anima) o, tutto ciò che non è amore (spirito). Pertanto è molto utile comprendere e sperimentare la differenza tra i due. Il primo passo è essere aperti alla possibilità che queste due energie esistano. Una volta consolidata, diventa sempre più semplice e la vita inizierà a cambiare.

Dobbiamo, innanzitutto, occuparci delle nostre ferite, perché un essere ferito non riuscirebbe ad accettare il grande Amore dell’Anima; inoltre, aggrapparsi alle proprie ferite è in verità un Giudizio. L’Anima, come il suo divino creatore, non giudica, quindi, non si può accettare la pienezza dell’Anima se la tieni fuori, aggrappato alle ferite. Ferite che peraltro provengono da altri e non vediamo come le scelte personali hanno portato quei dolori come un riflesso delle scelte stesse.

La parola Anima deriva dall’antica parola inglese sawol, sawel che significa anima, vita, essere, spirito. Sembra, inoltre, derivare da un concetto tedesco attraverso la parola greca psiche, che significa vita, spirito, respiro, coscienza, principio invisibile che anima. La parola psiche, a sua volta, deriva dal verbo raffreddare, soffiare, riferendosi così al respiro vitale, all’essenza e al principio stesso che dà vita e anima ogni essere vivente, in altre parole, la scintilla divina. Anche la parola latina anima si riferisce al respiro vitale che, in verità, ha origine dall’unico respiro a cui siamo tutti collegati, il respiro divino di Dio (o Creatore o Padre).

Queste tre parole spirito, psiche e anima si riferiscono tutte al principio o essenza vitale, che opera attraverso il corpo fisico. Questa essenza, la nostra essenza, è eterna, immutabile, sempre esistente e per la quale non esiste né nascita né morte.

Il fatto stesso che i termini anima e spirito appartengano entrambi nel loro contesto originale al “respiro vitale” di Dio, indica che la vera casa dello spirito è, ed è sempre stata, in unione con l’Anima (già ben prima di separarsi e perseguire l’individualità). Tuttavia, poiché ora viviamo principalmente attraverso la luce dello spirito in separazione con l’Anima, questi due termini non possono essere usati, come erroneamente alcuni fanno, come sinonimi.

La nostra anima ci spinge da sempre, coerentemente e amorevolmente a tornare verso l’amore che siamo. Nella nostra era, oggi più che mai, la Luce dell’Anima è semplicemente disponibile e accessibile per ognuno di noi, che desidera connettersi. Ma, affinché l’amore sia reintegrato come il nostro unico vero modo di vivere e vero corpo di luce, dobbiamo rinunciare al nostro ribelle spirito, ai nostri modi senza amore e accettare che l’esistenza finora fatta, in separazione con il Tutto, non funzioni.

Il percorso di ritorno alla nostra ANIMA è attraverso l’amore che siamo in grado di vivere all’interno dei nostri corpi, e l’uno con l’altro, e quindi l’ANIMA non è un corpo elevato, mistico, celeste a cui possiamo sfuggire per non sentire l’orrore del mondo. È un meraviglioso corpo di puro Amore, che in realtà, ci chiama a essere più presenti nei nostri corpi fisici e impegnati nella vita quotidiana, in un modo reale e pratico.

La nostra ANIMA è ciò che siamo e siamo Amore.

La Morte non esiste, è

 Intervista New York University 2017

Nel 2017 una ricercatrice della New York University mi intervistò, per la realizzazione di un documentario sulla Morte. Sono trascorsi circa due anni e alcuni concetti espressi si sono evoluti. I passi che compiamo ogni giorno ci conducono al centro di noi stessi, la vita è un continuo divenire, una continua trasformazione verso livelli più elevati di coscienza. Di pari passo la conoscenza e il sapere si evolvono, sostenuti e alimentati dai percorsi iniziatici (siano essi di natura spirituale, culturale, teosofico, rosa-crociano, massonico, etc.)  che lavorano silenziosamente dentro di noi. Così ho sentito il bisogno di parlare ancora a me stesso della Morte e, sono certo, che altre astrazioni – nel prossimo futuro – arricchiranno i miei dubbi, perché la Morte non esiste, ella o essa è.

La morte non esiste, è l’ingresso in una vita più piena. Tranne nei casi di morte violenta e improvvisa, che come una scarica elettrica emette un senso istantaneo di pericolo e distruzione, la morte è letteralmente un sonno e un oblio. Per taluni la morte è una continuazione del processo di vita con i propri interessi e tendenze, in cui la sua coscienza e il senso di consapevolezza sono gli stessi. Per gli egoisti, i criminali e quelle persone che vivono solo per gli aspetti materiali, esiste la condizione “vincolata alla terra“. I vizi, pregiudizi e tutti i loro desideri hanno forgiato con la terra un forte legame e cercano, disperatamente e con ogni mezzo possibile, di rientrare. In alcuni casi, un grande amore o la mancata realizzazione di un dovere, mantiene una condizione simile. Per altri è un ingresso immediato in una sfera di servizio e di espressione che riconosce come già vissuto. Nelle ore di sonno ha sviluppato un campo di servizio attivo e di apprendimento, ora lavora semplicemente in esso per tutte le ore, invece che per le sue solite poche ore di sonno.

La mente dell’uomo è così poco sviluppata che la paura dell’ignoto e l’attaccamento alla forma hanno portato a una situazione in cui, uno degli eventi più benefici nel ciclo di vita (non solo per un Figlio di Dio incarnato) è considerato come qualcosa da evitare e rimandare il più tardi possibile. La morte, se solo potessimo rendercene conto, è una delle nostre attività più praticate. Siamo morti molte volte e moriremo ancora e ancora. La morte è essenzialmente una questione di coscienza. Siamo consapevoli di un momento sul piano fisico e un attimo dopo ci siamo ritirati su un altro piano e siamo attivamente coscienti lì. Fino a quando la nostra coscienza sarà identificata con l’aspetto della forma, la morte ci riserverà il suo antico terrore. Solo quando saremo capaci di focalizzare la nostra coscienza e il senso di consapevolezza in qualsiasi forma, o piano non conosceremo più la morte.

Gli uomini tendono a dimenticare che ogni notte, nelle ore del sonno, si muore sul piano fisico e si vive altrove, su altri piani. Dimenticano che sanno già lasciare il corpo fisico con facilità, quando, ad esempio, perdono i sensi o svengono; purtroppo non si riesce a ricordare di esser svenuti e del successivo intervallo di vita attiva, non si riesce a mettere in relazione morte e sonno. Il processo del sonno quotidiano e il processo del morire ordinario sono identici, con l’unica differenza che nel sonno il filo magnetico o la corrente energetica lungo la quale la forza vitale scorre è intatta e costituisce la via del ritorno al corpo. Nella morte, questo filo conduttore è spezzato, quando ciò accade l’entità cosciente non può ritornare al corpo fisico denso e, quel corpo, privo del principio di coerenza, si disintegra.

I giovani dimenticano, e giustamente dimenticano, l’inevitabilità di quel definitivo distacco simbolico che chiamiamo Morte. Quando la vita ha fatto la sua parte e l’età ha preso il suo tributo l’uomo, stanco e stanco del mondo, non ha paura del processo di distacco e cerca di non aggrapparsi a ciò che prima era desiderato. Accoglie la morte rinunciando con naturalezza a ciò che prima aveva assorbito la sua attenzione. 

La coscienza umana comprende la morte con il dolore e l’associa alla perdita solo perché s’identifica con la forma e non con la coscienza dell’anima. Nel momento in cui l’uomo si riconoscerà con l’anima, e non con la sua forma, comprenderà la Legge del Sacrificio.  Naturalmente sceglierà di morire ma senza dolore e nessuna cognizione della morte intesa come fine di tutto.

L’intento è che l’uomo muoia, come ogni uomo deve morire su richiesta della propria anima. Quando l’uomo ha raggiunto uno stato superiore nell’evoluzione, con la deliberazione e la scelta del tempo, si ritirerà coscientemente dal suo corpo fisico. Rimarrà silente e vuota dell’anima, priva di luce, eppure sana e integra, si disintegrerà, sotto il processo naturale e i suoi atomi costituenti ritorneranno nell’unità d’attesa finché non saranno nuovamente richiesti per incarnarsi. Ancora una volta, sul lato soggettivo della vita, il processo si ripete, ma molti hanno già imparato a ritirarsi dal corpo astrale senza essere soggetti a quell’impatto nella nebbia, che è il modo simbolico di descrive la morte dell’uomo sul piano astrale, poi si ritira al livello mentale.

La morte è presente sul pianeta sin dalla stessa notte del tempo stesso, le forme sono venute e se ne sono andate, la morte ha sopraffatto piante e alberi, animali e le forme di esseri umani per incalcolabili anni. Eppure il nostro pianeta non è un ossario, come potrebbe benissimo essere di fronte a questo fatto, ma è ancora bella e intatta dall’uomo. I processi di morte e la dissoluzione delle forme, procede in ogni momento senza produrre contaminazione o deturpazione della superficie terrestre. I risultati della dissoluzione hanno un effetto magnifico, riflettete su questa magnifica attività e sulla bellezza del piano divino di morte e scomparsa.

Il ciclo in cui viviamo ora ha visto la più grande distruzione di forme umane nell’intera storia del nostro pianeta. Non c’è stata distruzione di esseri umani. Vorrei soffermarmi su questa asserzione. A causa di questa distruzione totale, l’umanità ha fatto un rapido avanzamento verso un atteggiamento più sereno in connessione con la morte. Questo non è ancora chiaro ma, tra qualche anno, il nuovo atteggiamento inizierà a essere segnato e la paura della morte comincerà a spegnersi. Il mondo sarà anche in gran parte dovuto all’aumentata sensibilità dell’apparato di risposta umana, che porterà a un rivolgimento interiore un nuovo orientamento della mente umana, con risultati imprevedibili.

La morte libera la vita individualizzata in un’esistenza meno angusta e confinata e, alla fine, quando il processo della morte è stato applicato nella vita dell’universalità, questo è un punto d’inesprimibile felicità. Il peccato dell’omicidio, in realtà, è basato sul fatto che interferisce con lo scopo dell’anima e non sull’uccisione di un particolare corpo fisico umano. La morte appare spesso così priva di scopo, questo perché l’intenzione dell’anima non è nota. Lo sviluppo del passato, attraverso il processo d’incarnazione, rimane una questione nascosta. Le antiche eredità e gli ambienti sono ignorati e il riconoscimento della voce dell’anima non è generalmente sviluppato. Queste sono le questioni, tuttavia, che sono sul vero e proprio limite del riconoscimento.

La morte per l’uomo pensante medio è un punto di crisi catastrofica. E’ la cessazione e la fine di tutto ciò che è stato amato, di ciò che è familiare e desiderabile. E’ un’entrata precipitosa nell’ignoto, nell’incertezza, e brusca conclusione di tutti i piani e progetti. Non importa quanta vera fede nei valori spirituali possa essere presente, non importa quanto sia chiara la razionalizzazione della mente possa essere un’immortalità annessa, non importa quanto siano conclusive le prove della persistenza e dell’eternità. Rimane ancora un interrogatorio, un riconoscimento della possibilità di completa finalità e negazione e fine di ogni attività, pensieri, emozioni, desideri, aspirazioni e intenzioni che si concentrano attorno al nucleo centrale dell’essere umano.

La morte è, di per sé, un’opera di risurrezione, dovremo imparare a considerare la morte come un atto di restituzione. Quando ci riusciremo, assumerà una nuova luce e diventerà parte integrante, riconosciuto e desiderato, di un processo di vita costante. Qual è, dunque, il compito principale dei gruppi di guarigione? è preparare gli esseri umani a considerare come aspetto riparatore la morte e, quindi, dare a quel nemico finora temuto dell’umanità, un significato nuovo e più felice. Se si lavorasse su queste linee di pensiero, i temi della morte si ripeterebbero costantemente con un nuovo atteggiamento nei confronti del morire.

I gruppi di guarigione devono prepararsi ad affrontare questa condizione fondamentale per tutti i viventi e una parte importante del loro lavoro sarà la spiegazione del principio della morte.  L’anima deve tornare da colui che l’ha data. Non come una restituzione forzata e temuta, che genera paura e porta ovunque uomini e donne a reclamare la guarigione fisica del corpo, enfatizzando il prolungamento dell’esistenza terrena come il fattore più importante nelle loro vite.

Questi atteggiamenti sbagliati devono finire. La morte diventerà un processo normale e comprensibile, normale come il processo di nascita, sebbene evochi meno dolore e paura.

Le parole: terra alla terra e polvere in polvere, così familiari nei rituali di sepoltura dell’Occidente, si riferiscono a questo atto di restituzione e connotano il ritorno degli elementi del corpo fisico al serbatoio originale della materia e, della sostanza della forma vitale per il serbatoio eterico generale.

Le parole: lo spirito ritornerà al Dio che l’ha dato, sono un riferimento distorto all’assorbimento dell’anima da parte dell’anima universale. I rituali ordinari, tuttavia, non riescono a enfatizzarlo è quell’anima individualizzata, in procinto di riassorbimento, che istituisce e ordina mediante un atto della volontà spirituale, quella restituzione.

L’arte del morire, è qualcosa che tutti gli uomini dovrebbero apprendere, sia se seriamente malati e sia se godono di buona salute, attraverso il pensiero corretto e la sana attesa. La riluttanza ad affrontarlo con comprensione, sono dovute all’enfasi che si pone sul corpo fisico e la facilità con cui s’identificano con esso, dettato anche sul senso iniziale di solitudine che si prova sulla perdita di un familiare.

Eppure la solitudine che si manifesta dopo la morte, quando l’uomo si ritrova senza un veicolo fisico, non è nulla rispetto alla solitudine della nascita. Alla nascita, l’anima si trova in un ambiente nuovo. Immersa in un corpo che è in un primo momento del tutto incompetente a prendersi cura di sé, o di stabilire un contatto intelligente con le condizioni circostanti per un lungo periodo di tempo. L’uomo entra in incarnazione senza alcun ricordo sull’identità o il significato. Questa solitudine scompare gradualmente man mano che fa i suoi contatti con la sua personalità. Scopre coloro che sono congeniali a lui e, alla fine, si raduna attorno a lui quelli che chiama i suoi amici. Dopo la morte non è così, perché l’uomo trova dall’altra parte del velo quelli che conosce e che sono stati collegati con lui nella vita del piano fisico e non è mai solo. E’, anche, consapevole di coloro che sono ancora nei corpi fisici. Può vederli, può sintonizzarsi sulle loro emozioni e sul loro pensiero, perché il cervello fisico, essendo non-esistente, non agisce più come deterrente. Se la gente sapesse, la nascita sarebbe l’esperienza che temerebbero e non la morte, poiché la nascita segreta l’anima nella vera prigione e la morte fisica è il primo passo verso la liberazione.

Felice vita

Francesco Garruba DK

Bibliografia: Trattato sulla magia bianca – Psicologia esoterica – Guarigione esoterica – Discepolato nella New Age

Se ascolto il mio silenzio, posso sentire il suo respiro, il battito del suo cuore.

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Tu, uomo, alla continua ricerca di demoni. Come se gli unici beni, da te riconosciuti, ricadono in ciò che è vile materia, su ciò che eterno non è, perché creato dalla proiezione volgare di un Dio minore. Ascolta, non trasmette ciò che è eterno. Tu, uomo effimero, nel tempo inesistente rovisti nella tua anima, per avvicinare il tuo pensiero all’Essenza prima. La mano dell’uomo è la tua forza creativa, la tua difesa al rumore mercanteggiante del silenzio. Apparente la parola traccia un solco indelebile sul cuore lussurioso. Il limite umano, uomo, è la poca concentrazione e il respiro d’amore esala. Noi siamo eterni, perché imbevuti dell’Essenza prima cui l’amore divino è linfa vitale. Nulla si avvolge e nulla si computa, come può il cerchio implodere in un punto infinito? il flusso inscena la vita in un applauso cadente d’amore, il circolo senza fine, tornado di luce, vortice d’amore infinito. Ecco l’essere inebriato di divino. Ecco l’essere che cade nella terra, nella materia per poi liberarsi?

Ho compreso maestro le tue parole. La forma dell’amore divino è indissolubile. Io consacrato all’amore divino caddi e risalii. E se questa mia caduta fosse sterile, non odo che parole avvinghiate alla mia vita e nel tempo sono abbandonato, smarrito.  Ma io so di essere uomo a immagine di Dio e volgerò il suo sguardo…

NESSUN UOMO RIVOLGA LO SGUARDO A DIO, NESSUN UOMO DORMA ALLA SUA VEGLIA. Sofferenza! E’ quello che potrai sentire questa notte, per tutte le notti, finché la Luce infinita veemente ondeggi. La vita è un balzare di emozioni sovrane, di respiri annegati nell’amore, che poi finite per ascoltare, adorni di speranze, con sospiri e lacrime. Vedi, uomo, si può amare nel silenzio, nelle tenebre della notte. Avete tanto da imparare, lo comprendiamo notte dopo notte. Non avete forza per contenere il grande arcano che è l’amore, ma avete volontà per amare la piccolezza di voi stessi. Uomo, non serve portare livore e odio. Occorre far nascere il desiderio del perdono. Solo così potrete ricevere l’amore divino. Non credere che tu sia figlio delle stelle, o di un Dio minore, tu sei ciò che nell’espressione della vita, è un atto di amore divino.  Fratello di amore divino, volgi una preghiera, medita. Il pensiero è la vibrazione umana della creazione. E’ la forza divina dell’uomo creatore, della sua stessa esistenza.

L’Essere divino esiste? non lo so più maestro. Ma se ascolto il mio silenzio, posso sentire il suo respiro, il battito del suo cuore, allora –  Maestro – comprendo che l’Essere divino esiste.

Angeli caduti

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Potere possente e forte le sue ali sono le mie mani forza coraggio illusione che tutto sia l’incontro nella dualità insita nella nostra vita alta volteggia guardando la torre qui deve andare tornare sul campo di battaglia noi dobbiamo quando un altro sole nero sorgerà dalle tenebre esseri andanti su note di canti di morte ecco verrò a te come vibrante parola di antiche melodie non c’è nulla che può spaventare il figlio di Dio nulla che la Luce possa placare anime perse soffocano il respiro universale ripudiano pensieri del loro cuore e il mondo si consumerà per abbracciare le tenebre è più facile odiare che amare l’indifferenza invisibile l’amore s’intasa nel più alto mistero della solitudine e nel pensatoio si abbandona e tutto va dove non potrà la Luce di verità offuscate avide di potere io non posso rivivere la pantomima di movenze celebrali sono solo una piccola manifestazione della luce io vedo oltre e vedrò la tua fine spegnersi nella tua aridità non pensare che qualcuno entri a respirare l’asfissia della tua verità è pena e la vita è questa esuli su circonferenze concentriche di cicli energetici la vita viene dove noi ritorneremo dove l’uomo potrà sentire ciò che ha solo assaggiato dalla vita casualità apparente essa è ancora una piacevole sorpresa illusoria ama senza fine immerso di amore infinito e nel cerchio più alto la sfera della luce arderà libri di parole parvenze di aromi repressi nel tuo cuore e griderai e crollerai le tue ali non più avrai.

® Riproduzione consentita con citazione della fonte.

invisibile battito

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l’uomo si chiede dove volano gli angeli dove la luce può arrivare a rischiarire le tenebre ma noi esseri fasci di energia vibrata emanata dall’essere primo che risiede dentro te uomo recipiente coppa di luce divina abbiamo mille risorse in cui credere mille modi di amare non c’è verità o luce che possa risplendere senza amore è il credere che tutti siamo semi germogli di piante che frutti potrebbero dare infondo cosa credere se non a se stessi noi non potremo aiutare il prossimo se non aiutiamo a crescere noi stessi Dio è luce è respiro universale d’amore infinito amare io posso bene andare dove eterno è il cielo stelle illuminano luce no materia ma luce riscalda brucia illumina acceca essa è unica bivalenza divina dell’essere che volteggia verso altri quaternari noi non possiamo modificare ciò che hai scritto noi siamo semplici compagni che indicano la via la illuminano di quella luce riflessa che risiede in te nulla è vano se ti applichi con zelo a ciò che la vita ti dona perché nulla è più sano e giusto ciò che essa rappresenta per te abbiamo visto come essa possa essere ciò che è osserva il tuo cammino come da lento apparente veloce scorre nel tempo e nello spazio creato per crescere e arricchire lo spirito divino tu non puoi osservare il battito di ali di un piccolo colibrì ma puoi sentire la vibrazione dei battiti resta con la luce e vedrai ciò che senti soffoca la luce e sentirai ciò che non vedi ma esso è sempre presente l’illusione dell’effetto si crea ma nulla è più valso di ciò che vedi e senti padre fratello compagno noi siamo te.

® Riproduzione consentita con citazione della fonte.

Affidati, nuovo inizio.

candela

Osservo la lenta fine di una candela spegnersi esausta nel suo essere tramutata e lentamente si addolcisce soffocata d’amore dalle tenebre nel silenzio un sottile filo bianco esala.

Tutto iniziò come se fosse stato un sogno vissuto, bruciato da ciò che è racchiuso nel nostro cuore dal nostro metodo di essere di dare amore noi siamo luce riflessa nei sogni viviamo nell’apparente casualità e sentiamo ricadere i nostri affetti osservando la Luna potremo solo vedere una faccia la luce è dei nostri cuori non lasciare che sia solo una faccia accorda una preghiera alimenta una fioca candela non fare mai che si spegni ma deve resistere a cuore che alito di vita imprigionare la terra ora lascia che io prenda la tua mano Fratello sono qui è difficile capire ciò.

Io sono luce essenza inespressa della vita materiale bagnata dall’amore universale, vita concepita per essere protettrice di vita. L’uomo è espressione della mia volontà creazione indiscussa di materialità divina poiché in esso è custodita ciò che è di me un seme di me alimenta alimenta alimenta.

Non cercarmi dove credi che io sia sono sempre al tuo fianco alla tua destra o sinistra poco importa ascoltarmi devi nelle meditazioni sai bene che senza di me ti perderai affidati, affidati, affidati.

E’ nella ricerca di noi stessi le parole si domandano a nostra difesa e mostriamo come se fossimo rilevazione rivelata.

® Riproduzione consentita con citazione della fonte.

Custode fragile di ciò che sente.

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Un elementale, coperto da un saio grigio logoro del tempo che fu, sorreggendosi su un bastone di metallo a croce patriarcale, cammina lentamente tra fumi di incensi e melodie in latino. Egli ha in mano un libro che tiene stretto a sé, s’intravede la copertina in pelle, rifiniture in oro e una pietra rossa lucente incastonata al centro.

Nulla vuole qui preghiera di richiesta egli sa che nulla vuole l’uomo se nulla in cambio di tutto esige. C’è un mondo in cui il respiro non è di aria né di acqua è di amore primo è nel silenzio dell’essere Primo e puoi udire ascoltare le sue tacite profonde parole perché dentro di te è nato come se nulla fosse il respiro primo che vita ha donato ma senza quella antagonistica forza opposta lo puoi sentire ma pensa se l’uomo crea dentro di sé immagini egli affonda nelle sue congetture vedi Fratello puoi combattere i demoni sei materia custode fragile di ciò che sente.   

L’uomo denudato da se stesso, dalle sue paure e schemi è libero e indifeso. Una grande responsabilità verso Dio, il mondo invisibile e l’uomo è data a chi incanala messaggi di altri piani. Non puoi mentire, costruire, la tua umiltà deve avvolgere il silenzio.

Vedere un uomo di 75 anni emozionarsi per il messaggio del suo papà scomparso quando lui aveva 13 anni, sono momenti in cui ti rendi conto che entri nella sacralità dell’uomo, sei a contatto con la sua anima, con i suoi sentimenti più profondi. E’ dovuto il massimo rispetto.

Nulla può ripagare quel grazie, nessuna moneta, nessuna pietra preziosa può darti la forza di quella emozione, di quel grazie.

® Riproduzione consentita con citazione della fonte.

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