Per definizione, il medium è l’intermediario tra il mondo invisibile e il nostro piano fisico. Le modalità di manifestazione degli spiriti sono molteplici e corrispondono alle diverse sensibilità che variano da un medium all’altro.
Distinguiamo tre categorie principali nella medianità: medianità intuitive, automatismi e medianità che coinvolgono il fenomeno di trance.
Le medianità intuitive sono quelle che si basano sulle percezioni dell’aldilà, che il medium deve ritradurre il più fedelmente possibile. In questa categoria dobbiamo distinguere diversi possibili livelli di percezione.
Se è chiaroveggenza, il medium esprime nella sua lingua l’idea che gli è passata per la mente. Nell’arte medianica (pittura, scultura, poesia, musica), il medium dà forma all’idea, con i propri mezzi, che possono dar luogo a qualche grossolanità, a seconda della sua sensibilità artistica e della sua capacità di ripristinare adeguatamente l’idea percepita. In questa fase, il medium conosce spesso la difficoltà di saper distinguere tra una percezione reale e la propria immaginazione.
Man mano che lo sviluppo medianico progredisce, le idee trasmesse dall’aldilà diventeranno sempre più chiare e precise. Nella chiaroveggenza, ad esempio, l’idea sarà soppiantata da immagini o cliché, parole poi frasi sentite internamente. Nella pittura medianica, il medium avrà la visione dell’opera che dovrà riprodurre. Così, la cosiddetta medianità intuitiva passa in maniera apprezzabile dallo stadio dell’idea mal definita allo stadio di percezioni più precise che si impongono al medium sotto forma di immagini, frasi o impressioni sufficientemente forti che diventano certezze.
Nel corso dello sviluppo, la medianità può rimanere allo stadio intuitivo o spostarsi progressivamente verso lo stadio dell’automatismo della mano. Abbiamo l’esempio della scrittura semiautomatica che può diventare scrittura automatica.
Molto spesso, all’inizio del lavoro sperimentale, il medium percepisce un’idea che deve trascrivere per iscritto con il proprio vocabolario. Quindi, percepisce più chiaramente le parole, poi le frasi, che trascrive di nuovo. E nella fase successiva, se la sua sensibilità lo consente, percepisce le parole nello stesso momento in cui le scrive. E potrebbe anche in una fase successiva non percepire più chiaramente le idee e le parole. Si trova quindi in un secondo stato più profondo, la sua mano è presa dalla volontà dello spirito che si manifesta, il medium non è più padrone della sua mano, il gesto diventa veloce, a scatti, la scrittura è quindi molto veloce, con il piccolo svantaggio che diventa più difficile da decifrare. Siamo poi passati dalla fase della scrittura semiautomatica a quella del puro automatismo, per poi arrivare all’Oui-ja. Una tavola ricoperta di feltro, su cui sono state incollate le lettere dell’alfabeto in un arco. Vengono disposte anche le cifre da zero a nove. Il medium utilizza una tavola che si adatta alla forma della mano e sotto la quale abbiamo piantato chiodi da tappezzeria, per una buona scorrevolezza ed evitare il rumore dell’attrito. l medium mette la mano sulla lavagna e si raccoglie con i partecipanti. La sua mano guidata dalla mente dirige rapidamente e automaticamente l’oui-ja alle lettere e ai numeri che formeranno un messaggio. L’assistenza di un lettore e di un trascrittore è essenziale: in questa forma di dettatura lettera per lettera, il medium non percepisce il contenuto del messaggio.
La chiaroveggenza è una percezione extrasensoriale che collega il soggetto chiaroveggente con una persona, una situazione o un evento. È una relazione telepatica tra il chiaroveggente e l’oggetto della sua percezione. Nello stesso ordine di facoltà, dobbiamo includere la chiaroudienza e la psicometria (percezione dal supporto di un oggetto). Questa sensibilità può anche essere qualificata come medianica quando il soggetto entra in contatto, non più con una situazione umana o umana, ma con entità disincarnate.
La terza categoria di fenomeni che corrisponde alla trance medianica è totalmente distinta dall’intuitivo o dall’automatico. Lo spirito impone la sua presenza in un modo più fisico, utilizzando il corpo del medium. Vengono di nuovo evidenziate diverse fasi: la mente può influenzare il medium circondandolo con i suoi fluidi, inducendolo in un secondo stato. Lo spirito annienta la volontà del medium, lo avvolge nel suo fluido e lo guida utilizzando tutto o parte del corpo, con gesti o parole. La fase successiva è quella dell’incorporazione: a seguito di un fenomeno di trance, lo spirito del medium accompagnato dal suo perispirito viene esteriorizzato dal corpo. Lo spirito disincarnato integra quindi il corpo del medium, è incorporato secondo il termine. Ha quindi tutte le possibilità di muoversi e di esprimersi verbalmente.
La medianità è una sensibilità esacerbata che presta a certe persone la facoltà di essere un intermediario con gli spiriti dell’aldilà. Questa sensibilità non si improvvisa e non è trasferibile.
In generale, qualsiasi forma di medianità richiede uno sviluppo sperimentale prima di essere operativa. Questo sviluppo sarà più o meno lungo, variando da pochi mesi ad alcuni anni, a seconda della sensibilità e delle influenze subcoscienti specifiche del mezzo. Accade molto spesso che i primi risultati siano solo il riflesso del pensiero del medium stesso. Ed è attraverso il lavoro regolare che queste influenze personali alla fine scompaiono a favore della vera manifestazione degli spiriti.
La medianità dovrebbe essere esercitata in un gruppo in un’atmosfera di meditazione, con partecipanti consapevoli e competenti, in grado di supportare adeguatamente il medium nel suo sviluppo.
Altri tipi di medianità, Sonno e sogno, l’Ectoplasmia e l’Xenoglossia.
Sonno e sogno: la canalizzazione avviene durante il sonno e il canalizzatore richiama le informazioni
L’Xenoglossia fu coniato da Charles Richet (1850-1935) che qualificava una medianità mediante la quale i medium parlano o scrivono in lingue straniere sconosciute a se stessi e ai partecipanti alla sessione.
L’ectoplasma è una sostanza biancastra che si esternalizza dal mezzo sotto l’impulso dello spirito che si manifesta. Questa sostanza, creata dalle cellule fisiche del mezzo, si esternalizza attraverso la bocca, il naso a livello del plesso solare. Quindi assume varie forme, mani, volti o talvolta interi corpi. La mente fa vibrare la sostanza ectoplasmatica per darle forma umana. È così che gli spiriti sono stati in grado di materializzarsi, parzialmente o interamente, davanti a un pubblico spiritualista.
Questo fenomeno è stato studiato alla fine del XIX e all’inizio del XX secolo dal mondo scientifico, con personaggi come Gustave Geley, William Crookes, Charles Richet, Gabriel Delanne e molti altri.
Le Arti medianiche, ossia le opere prodotte in medianità, non sono il frutto della fantasia, ma il risultato della volontà di artisti, diventati invisibili, di comunicare con noi, tramite i medium. Il loro desiderio di esprimere il loro pensiero creativo agli uomini continua. Musica, pittura, scultura, poesia, letteratura, tutte le forme di espressione umana sono usate dagli spiriti dell’aldilà. L’arte medianica è la traduzione del loro amore per gli uomini e la prova della sopravvivenza dell’anima dopo la morte.
Gli artisti non sono morti, sono lì, presenti intorno a noi, continuano a creare per raggiungere la nostra coscienza. L’artista disincarnato pensa, immagina la forma, compone, crea emozione; il medium lo riceve telepaticamente. L’arte medianica è un messaggio per l’umanità, la traduzione diretta dell’espressione spirituale. Deve essere riconosciuto come tale.
“Se l’emozione non esistesse, l’arte non esisterebbe, lo spirito non esisterebbe, Dio non esisterebbe”. Pablo Picasso.
La mia medianità è del tipo intuitiva, che si basa sulle percezioni degli altri piani. Sono un channeler.
Il medium contatta solo entità dei trapassati, nei vari modi anzidetti, mentre il channeler -oltre a contattare le entità – si mette in contatto con il proprio IO superiore, così da poter contattare il proprio “spirito guida”, entità di luce evoluta che si mette al servizio dell’umanità. Ognuno di noi ha uno spirito guida che ci indica la strada da seguire e le scelte migliori da prendere. La pratica della canalizzazione (channeling) esiste da millenni. I canalizzatori (channeler), a volte noti anche come medium psichici, usano spesso quelli che vengono chiamati “spiriti guida”, spiriti amichevoli che danno loro la conoscenza e li aiutano nei loro viaggi spirituali.
La canalizzazione è un potente mezzo di sviluppo spirituale e trasformazione cosciente. Mentre canalizzi costruisci un ponte verso i regni superiori – un’amorevole coscienza superiore collettiva premurosa e intenzionale che è stata chiamata Dio, il Tutto, Mente Universale, Energia prima etc. La canalizzazione implica lo spostamento cosciente della mente e dello spazio mentale per raggiungere uno stato di coscienza espanso.
Per raggiungere questo stato di coscienza espanso, i canalizzatori di solito meditano, cercando di liberarsi dalle influenze mondane e sintonizzarsi su una coscienza superiore. Possono immaginarsi alla ricerca di spiriti specifici dei morti, oppure possono essere contattati, apparentemente spontanei, da una forza sconosciuta che desidera comunicare.
Lo sviluppo di una medianità è un impegno complesso che porta molti apprendisti verso insidie disastrose. Il più delle volte, chiunque si azzardi a comunicare con l’aldilà cade vittima delle prime influenze del proprio subconscio; questa è praticamente una regola generale. Non si può pretendere di sviluppare una sensibilità medianica senza conoscere bene il soggetto spiritualista. Tutte le conquiste ottenute dai pionieri dello spiritualismo meritano di essere studiate, grazie alla lettura delle loro numerose opere.
L’aldilà che ci circonda è solo un riflesso della nostra umanità terrena, in altre parole, non tutti gli spiriti del defunto hanno buone intenzioni.
Una persona che ha potenzialità medianiche e fa esperienza corre quindi il rischio di trovarsi un giorno o l’altro in presenza di uno spirito pericoloso, che nel tempo può diventare uno spirito ossessivo. Possono derivarne gravi disturbi mentali, che a volte sono simili a determinate patologie psichiatriche.
Concludo con una riflessione pesonale.
Non stabiliamo una scala di valori tra tutte queste forme di medianità, perché qualsiasi modalità di comunicazione, se correttamente sviluppata e praticata, consente agli spiriti di esprimersi e di portare informazioni. Se queste informazioni sono trasmesse telepaticamente, per iscritto o verbalmente, non ha molta importanza.
Va semplicemente notato che alcune menti usano una modalità più prontamente di un’altra: un’espressione artistica passerà attraverso un medium artistico, la cura di un medium guidato nella terapia, uno scopo generale scrivendo o parlando.
A questo proposito, la diversità delle medianità è un vantaggio, che consente agli spiriti di utilizzare tutti i modi di espressione che sono i nostri, la parola, la scrittura, il disegno, la pittura e la scultura.