La ricerca continua del sé. I perché sterili della vita. Il sapore della conoscenza. La ricerca di Dio, Verità o Luce. Tante cagioni sobillano l’uomo a inebriarsi di speculazioni filosofiche e a imboccare percorsi di vita e spirituali, nella vana ricerca della pietra filosofale.
Medianità e intuizione, angeli e demoni, simboli e rituali, tutti dipesi per compiacere la propria setedi curiosità e occultando a se stessi l’ego, smania e cupidigia con umiltà, tolleranza e temperanza si perdura alla ricerca delle vibrazioni armoniche che governano il macro e micro cosmo.
Ma l’uomo non può scoprirsi divino, perché incapace di giudicare se stesso, di ascoltare se stesso e nessuna opera può compiersi sull’umana umanità, se prima non scopre le proprie debolezze, i suoi limiti.
I fardelli della dualità, del quaternario, del tutto, del nulla e dell’uno. Rigurgiti di parole legate all’assenza magica della parola, artificiosità di rituali, disordine e disattenzione. Sensi ridotti a mere membrane ottuse che non trasmettono emozioni aminiche né spirituali, perché esaltati dall’umiltà adultera. Siamo ciechi, sordi, muti e senza tatto e nessuna divinità si illuminerà ai propri occhi se non sapremo dove guardare, cosa ascoltare, cosa proferire e sfiorare.
Io sono colui che è, e che è tornato in vita e che morto in vita e scrive con il sangue per vivere in eterno negli occhi e nella mente di chi legge e ascolta con lo spirito e l’anima.
Taci or dunque e appagati del mio verbo, uomo.
La conoscenza non è prodotto di stremi cerebrali, deriva da una rivelazione di dio, che vuole essere riconosciuto dai suoi. Non può essere raggiunta attraverso la riflessione filosofica. Si compie in una trasmutazione dell’uomo, inondato di una forza trascendente che si unisce alla scintilla divina assopita in lui e che lo porta alla vera vita.
E l’uomo ribatté.
Rinchiuso nella materia che hai plasmato, ho domato il piombo che mi osteggiava e liberato l’anima affinché trovassi lo spirito, l’essenza divina.
Io sono colui che è, io sono parte di dio, io sono dio. Io mi riconosco e mi elevo. La conoscenza è l’uomo che ritrova in sé, se stesso: io sono.
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